Genealogia Famiglie Casarotto


L' origine dei cognomi

L’onomastica, ramo della scienza linguistica che studia i nomi propri di persona (antroponimi) o di luogo (toponimi), ha in Italia una antica tradizione. Manca tuttavia uno studio sistematico sui cognomi italiani. Ciò è dovuto all’onerosità di affrontare uno studio di questo genere che comporta, come lavoro preliminare, la raccolta, l’ordinamento, la selezione di una ingente massa di dati e di cognomi; quindi la definizione della loro distribuzione geografica, della loro frequenza e infine la loro interpretazione etimologica, linguistica e storico-culturale. Studi particolari e settoriali esistono ma non sono numerosi e restano difficilmente confrontabili tra loro.
Tradizionalmente la fissazione dei cognomi, più tarda rispetto a quella dei nomi, è datata tra la fine del Medio Evo e l’Età Moderna e la scelta di una denominazione è ritenuta non legata a motivazioni individuali o familiari collegate con i diversi contenuti linguistici o etnici, ma a fattori sociali, cioè meccanismi della collettività. 
Non è però possibile parlare di cognomi in senso moderno almeno fino a quando la nascita e l’affermazione di istituzioni e procedure amministrative non hanno comportato e sancito per legge l’obbligo dell’immutabilità del cognome ( E’ il prete/curato il primo responsabile dei registri anagrafici, cioè il primo funzionario civile, un impiegato dello Stato cha aggiunge mansioni burocratiche ai compiti sacramentali, liturgici e caritativi attribuitigli dagli statuti tridentini in seguito al Concilio di Trento dal 1575 al 1563 e che ha resistito fino ai provvedimenti soppressivi della Repubblica Veneta e di Napoleone per continuare poi ed addirittura accrescere con l’Impero Austro-Ungarico). La questione storica sui cognomi è dunque complessa soprattutto in ragione del fatto che è necessario distinguere le regioni una dall’altra, la città dal mondo rurale e i vari strati sociali. La storia dei cognomi resta quindi oggetto di indagine solo per archi di tempo limitati e per gruppi sociali ristretti e ben identificati. Bisogna tenere in ogni caso presente che, una volta che questi cognomi si fissarono, una delle caratteristiche fondamentali fu la loro instabilità: una delle prove di questo è il fatto che in qualsiasi lista ordinata alfabeticamente si segue la lettera del nome e non del cognome, che dunque appare essere un accessorio del nome o comunque un qualche cosa di secondario.
La prima condizione perché il cognome diventi una denominazione individuale e quindi un vero e proprio cognome personale è che cessi di avere un significato. Questo era più difficile per quei cognomi formati da un nome di professione, mestiere o da un soprannome aggiunto al nome di persona che passava dal padre al figlio che pure non esercitava più quel mestiere o a cui non poteva più riferirsi il soprannome.
Il sistema onomastico, cioè del nome, di denominazione delle persone utilizza il modello tardo latino e cristiano che privilegia il nome individuale utilizzando sia gli antichi “cognomina”, sia nomi nuovi, in particolare nomi di mestiere e attributi fisici o morali della persona. A questi si aggiungono, a partire dall’epoca barbarica, di filoni di tradizione onomastica: i nomi di santi, cristiani o biblici, e i nomi di origine germanica.
Principale problema della ricerca è dunque quello dell’origine dell’uso stabile nella denominazione del cognome e della sua formazione. Le componenti onomastiche che confluiscono nei cognomi sono sostanzialmente tre: il “patronimico” ( cioè il nome del padre, più raramente il matronimico, cioè quello della madre ), il “toponimo” che indica la residenza anagrafica e il “soprannome”. L’evoluzione è avvenuta in un lungo periodo di tempo e con modalità piuttosto diverse a seconda dell’ambiente sociale. Il cognome concorre ad identificare un individuo dal punto di vista sociale, familiare e geografico ed è al medesimo tempo l’elemento che assimila e quello che distingue.
Il XII secolo è il momento in cui la famiglia si consolida ed affina le sue strutture e il suo ruolo nel tessuto sociale per cui si rivela inadeguato un sistema di denominazione fondato solo sul nome individuale. I notai, in particolare, preoccupati nella redazione dei documenti di evitare ogni possibile confusione sulla identità delle persone chiamate in causa, tendono a moltiplicare i riferimenti alla discendenza paterna, anche se non sempre è così. Comunque fermare l’inchiesta al XII secolo trova una certa giustificazione nell’omogeneità documentaria che caratterizza il periodo: è un punto di partenza rassicurante poiché a partire dall’XI secolo esisterebbe una situazione relativamente stabile caratterizzata ancora dall’uso di un unico nome che gradualmente inizia a modificarsi, le varianti e le eccezioni a questa situazione non turbano la visione d’insieme. 
( dal sito internet http:// gens.labo.net)